Chiesa dei SS. Gervasio e ProtasioLa chiesa parrocchiale dei Santi Martiri Gervasio e Protasio è degna di nota grazie alle sue testimonianze di architettura, scultura, pittura, oreficeria, ebanisteria, tessitura e grafica. Venne realizzata nel 1771- 72 dall’architetto milanese G. Bartolomeo Rocca, su una chiesa preesistente. La facciata si presenta semplice e armoniosa per la presenza di coppie di lesene attraversate al centro da un cornicione orizzontale e per le linee curve che salgono lateralmente fino al timpano. Il campanile è degli inizi dell’Ottocento. La pianta a croce greca, su modello della basilica della Madonna della Ghiara di Reggio Emilia, venne aggiunta al preesistente presbiterio. L’interno è caratterizzato da pilastri e lesene decorati a stucchi lucidi ad imitazione del marmo, da un cornicione sporgente in stucco, ornato con motivi vegetali, floreali e cherubini, poggiante su capitelli in stucco laminati d’oro: notevoli le decorazioni del presbiterio, opera di Matteo Campori (1772). Anche il soffitto a volta e il catino absidale presentano decorazioni in stucco; i dipinti sono di artisti del Novecento, quali C. Secchi, Cocquio, F. Plessi. Procedendo dall’ingresso di destra si incontrano: il Fonte Battesimale (sec. XIX); l’altare dei Santi Patroni con quadro di Luigi Manzini (1837) raffigurante i Santi Luigi Gonzaga, Sebastiano, Gaetano di Thiene, Mauro, Rocco e i Patroni Gervasio e Protasio (il quadro è ‘polìsforo’ perché presenta, ai piedi dei Patroni, un’antica immagine del centro Campagnola Emilia); la cappella dei caduti; la cappella del Crocifisso, che combina armoniosamente l’altare con ancona in stucco bianco e colonne tortili nere, attribuibile a M. Campori (1772), il crocifisso del sec. XVI, e un mirabile paliotto in scagliola policroma carpigiana, opera presunta di Marco Mazelli (1690). L’altare maggiore, in marmi policromi, è opera dell’architetto Cesare Costa (1843). A sinistra vi è quello della Madonna del Rosario, in stucchi policromi, di Giuseppe Casalgrandi (1757); tutt’intorno vi sono quadretti a olio dei Misteri del Rosario (XVII sec.). Procedendo verso l’uscita si incontrano: l’altare con pala seicentesca di scuola romana raffigurante l’Immacolata e i Santi Francesco e Chiara d’Assisi, posta sopra un tabernacolo in legni intarsiati e decorati con argento e madreperla, eseguito da fra Fedele da Scandiano (sec. XVIII); l’altare di S. Teresa di Liseux in marmi policromi, con statua della Santa. Sull’ingresso principale è la cantoria in legno di Cesare Costa, sulla quale è stato posto il Crocifisso ligneo settecentesco proveniente dall’Abbazia; sugli ingressi laterali sono conservati due quadri: la Madonna cinturata col Bambino, S. Giuseppe e S. Francesco di Paola, opera di Giovanni Quattrini (1735), e la Madonna della Ghiara col Bambino e i Santi Pietro Martire e Antonio Abate (sec. XVIII), proveniente dall’oratorio di S. Pietro Martire.