La più antica citazione di Campagnola Emilia risale al 772: in un diploma del re longobardo Desiderio si nomina Campaniola. Tuttavia era certamente esistente in epoca tardo-imperiale romana (IV-V sec. d.c): il toponimo, in effetti, deriva da un termine tecnico degli agrimensori romani (campania.)
Nel 935, a protezione di una corte agricola, fu edificato un castello chiamato “Castellazzo”, che fece parte, a partire dal XII secolo, del sistema di fortificazioni del marchese Bonifacio e della figlia Matilde di Canossa, la quale vi risiedette e da qui emanò atti e donazioni (1108 d.c.). Insieme alle cappelle di S. Andrea e S. Giovanni passò al monastero di Frassinoro, quindi ai Signori di Correggio e poi al Comune di Reggio (1250 d.c.). Venne distrutto intorno al 1371 da Bernabò Visconti, signore di Milano. Unica superstite resta l’annessa chiesa di S. Andrea.
Intorno al 1218 sorse nella parte meridionale del territorio il monastero agostiniano della SS. Trinità che beneficiò, per la sua importanza religiosa e culturale, della protezione di papa Gregorio IX. Il monastero fu unito all’abbazia di Marola e al monastero di Colombaro nel 1237, per risanare la loro decadenza economica e morale; da allora venne denominato “Abbazia” o “Badia”.
All’unione seguì un periodo d’impoverimento che culminò, nel 1468, nella trasformazione in commenda.
Alla metà del Settecento i livellarii Sabbatini demolirono il monastero e gran parte della chiesa per erigere un casino di campagna, ancora oggi esistente a fianco dei resti dell’antica chiesa; quindi, nel 1825, fecero abbattere anche la duecentesca torre campanaria. Nel 1214 esisteva anche un hospitale per i pellegrini annesso alla chiesa di S. Giovanni, denominato “Ospedale dell’Olmo”: ancora oggi c’è una località dal toponimo simile, l’oratorio della Madonna dell’Olmo, nelle cui vicinanze sorge la corte chiusa del “Casino Cesis” (forse i resti dell’antico ospedale).
Con la distruzione del Castellazzo e la decadenza dell’abbazia, Campagnola Emilia visse un secolo circa di semiabbandono, ma poi, a partire dal XV-XVI secolo, ebbe una graduale rinascita che si concretizzò nella costituzione a Comune autonomo, nel 1621, con decreto di Siro d’Austria, principe di Correggio e conte di Fabbrico, Campagnola e Rossena. in seguito passò agli Spagnoli (1633) e poi agli Estensi; alla fine del Settecento fece parte della Repubblica Cisalpina, poi del Regno d’Italia. Con la Restaurazione ritornò agli Estensi di Modena quindi, nel 1859, divenne Comune nel nuovo Regno d’Italia, con annessa la frazione di Cognento. Questa località, in antichi documenti del X-XI secolo, viene chiamata “Quingente”, “Quingentum”, “Cugnentum”, “Cugnentulum”, del numero latino “cinquecento”, che indica l’estensione del territorio in due quadre di 500 biolche l’una: Cognento di sopra e Cognento di sotto. Appartenne a Correggio insieme a Canolo (1265). Nel 1315 Cognento era comune rurale sotto Reggio e vi rimase fino al 1815 quando, con Canolo e S. Michele, fu assegnato a Correggio; quindi, nel 1859, divenne frazione di Campagnola Emilia.
Dall’Unità d’Italia in poi il paese ha avuto uno sviluppo demografico e urbanistico con il trasferimento di gran parte della popolazione sparsa nella campagna in prossimità dl centro storico.
Oggi è un paese tranquillo e laborioso, con viali e aree verdi attrezzate, con servizi per l’infanzia come l’Asilo nido comunale, due Scuole infantili (Fontanesi e Anselperga), un Istituto Scolastico Comprensivo comprendente la scuola primaria e la secondaria di primo grado; vanta efficienti laboratori di cultura come la Biblioteca Comunale, la Scuola di Musica con il Corpo Filarmonico, l’Oratorio S. Giovanni Bosco, il Centro Sociale polivalente; offre un centro giovani, comprensivo di sala prove, vari campi dal calcio, un campo da tennis, la palestra scolastica e il Palazzetto dello Sport che accolgono atleti di diversi gruppi e associazioni sportive; presenta una Casa Protetta per anziani e gode della presenza della stazione dei Carabinieri.
- Insinna Luigi, Campagnola Emilia e Cognento attraverso i secoli, [Campagnola Emilia], Circolo Culturale il Borgo, 2013, 454 pp.