Il paese di Campagnola Emilia era certamente esistente in epoca tardo-imperiale romana (IV- V sec. d.C.): infatti il culto dei santi patroni Gervasio e Protasio viene ricondotto a S. Ambrogio (390 d.C.). La più antica citazione risale ad un diploma del re longobardo Desiderio del 772. Nel 935, a protezione di una corte agricola, fu edificato un castello chiamato ‘Castellazzo’, che fece parte del sistema di fortificazioni del marchese Bonifacio e della figlia Matilde di Canossa, la quale vi risiedette e da qui emanò atti e donazioni (1108). Il Castello fu distrutto intorno al 1371 da Bernabò Visconti, signore di Milano (l’immagine del castello in fiamme è lo stemma del Comune) ed unica superstite resta l’annessa chiesa di S. Andrea, già esistente nel 1052, ora di proprietà privata. Di stile romanico, liturgicamente orientata, presenta nella facciata lesene triangolari e un portale centrale ad arco a tutto sesto; la chiesa ha una singolarissima pianta asimmetrica a due absidi rettangolari e affreschi quattrocenteschi raffiguranti una Madonna in trono con Bambino, S. Andrea, un orante.
Intorno al 1221 sorse nella parte meridionale del territorio il monastero agostiniano della SS. Trinità denominato “Abbazia” o “Badia”. Alla metà del Settecento i livellarii Sabbatini demolirono il monastero e gran parte della chiesa per erigersi un casino di campagna, ancora oggi esistente a fianco dei resti dell’antica chiesa. L’edificio presenta una facciata a capanna e, sulla copertura, un campanile a vela. La parete settentrionale mostra gli archi a tutto sesto dell’interno, oggi tamponati; pilastri polistili reggono il soffitto a volte a crociera e restano ancora tracce dei bassorilievi dei capitelli in arenaria. Nella sacrestia sono venuti alla luce antichi affreschi che sembrano ritrarre S. Agostino.
Il cuore del paese è Piazza Roma, che mantiene l’impostazione del piano regolatore seicentesco, con la Chiesa parrocchiale dei SS. Gervasio e Protasio a nord, le due ali di case e portici tutti uguali, lo spazio a ponente per la villa Schiattarini, poi Cottafavi e, all’estremità opposta della chiesa, il Municipio, ubicato in quella parte del centro storico che si ipotizza coincidente con il “Palazzo del Signore” del XVII secolo.
La chiesa parrocchiale dei Santi Martiri Gervasio e Protasio fu realizzata nel 1771-72 su una chiesa preesistente. L’interno è caratterizzato da pilastri e lesene decorati a stucchi lucidi ad imitazione del marmo: notevoli le decorazioni del presbiterio, opera di Matteo Campori (1772); i dipinti sono di artisti del Novecento, quali C. Secchi, Cocquio, F. Plessi. L’altare maggiore, in marmi policromi, è opera dell’architetto Cesare Costa (1843).
Sotto il portico di Palazzo Baccarini, il più antico della piazza, si trova una tavoletta in cotto riportante la data 1689; ora nel Palazzo ha sede la Biblioteca comunale.
Di fianco al municipio, sorge la villa Barbanti, costruita nel 1835 dall’architetto Cesare Costa, il quale realizzò anche le trasformazioni della villa Cottafavi (1854) con il loggiato a due piani rivolto al parco, caratterizzato da un colonnato di ordine dorico, sormontato da un altro di ordine ionico; il parco era un vero orto botanico creato da Antonio Conti alla fine dell’Ottocento, con numerose piante autoctone ed esotiche secolari.
Il borgo agricolo poco distante da Novellara, documentato nel 772, appartenne ai Canossa, al monastero di Frassinoro e ai Da Correggio (secoli XIV-XVII). L’importanza dell’abitato deriva dalla costruzione del borgo intrapresa nel 1621 da Siro d’Austria, principe di Correggio. La scenografica piazza Roma è chiusa a nord dalla parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio (secolo XVIII), in parte ricostruita nel 1820 dall’architetto milanese Bartolomeo Rocco. Sul lato di ponente prospettano villa Conti-Cottafavi (1741) con vasto parco retrostante e villa Barbanti (opera dell’architetto Cesare Costa, 1835).
Testi tratti da “Turismo Correggio” e da “Touring Club”