Dettaglio eventi


dal 2 al 10 marzo, mostra delle opere di Rina Ferri.

A cura di Sandro Parmiggiani.

Sala Civica Dimmo Sghedoni, apertura sabato e domenica dalle ore 10:0o alle 12,30 e dalle 16:00 alle 18,30.

Inaugurazione Sabato 2 marzo alle ore 16:00

Il Comune di Campagnola Emilia promuove, nella propria sede, dal 2 al 10 marzo 2019, una mostra di acquarelli di Rina Ferri, che proprio a Campagnola era nata il 12 settembre 1924. L’esposizione di 20 acquarelli – forse la tecnica pittoricaelettiva dall’artista – vuole ricordare Rina Ferri a tredici anni dalla scomparsa, avvenuta nel marzo 2006.

Nel testo scritto per l’occasione, Sandro Parmiggiani, curatore della mostra, ricorda che la Ferri aveva vissuto, assieme al marito Gino Gandini, “nelle due abitazioni a Reggio Emilia e sulle colline di Bergonzano, non lontano dalla piccola chiesa della Madonna della Battaglia, in un luogo che alternativamente consentiva di spingere lo sguardo verso le montagne e in direzione della pianura, che si intravedeva nella lontananza – e il paesaggio, da quello urbano a quello variamente declinabile della campagna, delle colline, della montagna, del fiume, del lago, della montagna, fu per entrambi motivo di pittura, anche nelle loro frequenti incursioni en plein air. Rina aveva ricordi nitidissimi degli anni della formazione trascorsi a Campagnola; forse quella nebbia che aveva respirato e che l’aveva avvolta lei riusciva a restituircela nei memorabili aloni, nell’impalpabile vapore acqueo che unisce terra, mare e cielo. Padroneggiava con maestria la tecnica dell’acquerello, particolarmente difficile, ancorché assai praticata e diffusa per la facilità con cui possono essere trasportati i pigmenti macinati, che poi andranno diluiti con l’acqua. Non consente, la tecnica dell’acquerello, errori o correzioni: l’immediatezza del gesto, la capacità di tenere assieme stesura tonale e sentimento della visione, la rendono unica, anche per quella sensazione che immediatamente suscita di avere imprigionato dentro il colore e sulla carta la sostanza dell’aria, del respiro – come testimoniano le opere all’acquerello di due degli amici di una vita di Gino e Rina, Virgilio Guidi e Riccardo Licata.

Gli acquarelli della Ferri – spesso, come si diceva, dipinti all’aria aperta, davanti al soggetto che lei aveva scelto di ritrarre –, sono magistrali perché riescono a tenere assieme, da un lato, nettezza della visione, precisione della descrizione di ciò che vuole rappresentare, e, dall’altro, quel processo di dissoluzione nell’atmosfera che sembra essere l’ineludibile destino delle cose, e delle vite stesse. Questi esiti non sono casuali nell’opera di Rina, ma legati alla sua sensibilità straordinaria, che vede e sa cogliere le pulsazioni e le vibrazioni della natura (le tracce sulla neve), gli eventi che vi si svolgono (l’incendio di un bosco), le esistenze che si dispiegano davanti a lei (il volo degli uccelli e degli insetti, i movimenti delle persone e degli animali) e quel che resta delle piccole, tremule vite segrete che un tempo abitarono la terra (gli arbusti abbandonati su una spiaggia, i fossili, il perenne divenire della materia).”